nuovo titolo

ho infine trovato il titolo del mio blog! probabilmente lo cambierò fra qualche mese oppure no....mah.....in ogni caso la scelta è caduta sulla meravigiosa battuta di Joan Cusack in "Una donna in carriera"...
Caffè, tè, me?
credo di avere ammorbato i genitori per anni ripetendola all'infinito. erano gli anni '80, come ogni persona che ha passato l'infanzia in quel decennio, ne sono sopravvisuta portando con me tutte le turbe psichiche, i mille interrogativi e stranezze che quella decima parte di secolo è riuscita a sfornare.

ps. Caffè, tè, me? è anche un libro divertente scritto a quattro mani da due ex hostess della Eastern Airlines negli anni sessanta.

anche quest'anno è fatta!

Febbraio, mese di carnevale, coriandoli, stelle filanti, frappe, frittole, ma anche di ricerche per la casa al mare!
Ebbebe si, prima che arrivi la quaresima, ogni giovane e meno giovane emilano scende verso il mare e i lidi ravvenati o ferraresi per trovare la casa, quel nido soave che accoglierà i resti o cadaveri di lui e della compagnia di amici per tutti i week end dei mesi estivi prima, durante e dopo le loro serate alcoliche in riva al mare.
Anche una parte della nostra compagnia (quello zoccolo duro che non si arrende al tempo che passa e all'aver messo su la morosa, quella parte che stimo con tutta me stessa, mi domando sempre perchè se hai la morosa non puoi più venire a ballare, fare le 5 di mattina o venire al mare con lei, ma fare il bravo ragazzo stile casa-chiesa....) ha deciso di ritornare all'antica tradizione, al contrario dello scorso anno in cui avevamo invaso i camping super attrezzati di tende, materassini e frigo portatili, ci mancava solo il mega barbecue portatile e avremmo potuto insediarci lì.
Dopo un sopralluogo la settimana scorsa, in cui si erano già individuati i possibili appartamenti, questa domenica dovevamo tornare per l'accordo definitivo.
A causa della mia influenza, che ha un tempismo eccezionale, sono dovuta rimanere a casa, il moroso si è fatto carico del suo compito di capofamiglia e si è unito coraggiosamente alla spedizione (il coraggiosamente è dovuto, il tempo non era certo dei migliori), vedendo lui che interpretava la parte del cacciatore io mi sono messa i panni della brava casalinga e rimanendo nei nostri possedimenti (non potevo far altro) ho provveduto a preparare la cena.
Passate alcune ore e qualche sms con domande e informazioni quali: quando hai chiesto le ferie, la spesa si aggira sui..., ecc.... Arriva la telefonata a casa; m'immagino Bambo, in una superba interpretazione di Gerry Scotti, chiedere alla brigata che lo acompagna "la accendiamo???2 "è la vostra riposta definitiva?", Buddi (il coraggioso compagno) risponde "uso un aiuto, la telefonata da casa" ed ecco che vengo interpellata definitivamente, la telefonata di chiude....sono momenti di tensione, come andrà a finire??? ce la faranno??? mi chiedo in preda all'ansia e stropicciando un fazzoletto in seta ricamato a mano (come ogni perfetta casalinga degli anni '50) e poco dopo il messaggio: abbiamo la casa al mare!!!!!!!
Con nostra somma felicità possiamo anche quest'anno avvelenare il nostro fegato e tentare la sopravvivenza dei duri week end marittimi.

lacrime genovesi contro umor britannico

A Fuori menù, scontro culinario fra gastronomia ligurie e anglo-italiana, ovvero coppia di migliori amiche liguri persegutate dalla jella e di amici (forse più che amici) italo-inglesi dallo spiccato british humor.....

Le prime impressioni dei cuochi sulla giovane chef ligure: ha un piano di lavoro incasinato...una ligure che mette la panna nel pesto? orrore.....
Primo danno cullinario, metà dell'impasto finisce per terra, sicuramente colpa del gatto nero che è passato davanti alla cuoca provetta, perchè se tu rompi un uovo su una montagna di farina lui rimane fermo lì in attesa che venga impastato...
Arrivano gli ospiti, in questa sala addobbata da pereroncini, il tronfo del peperoncino per tenere lontano la jella, ma ecco l'imprevisto: mancano le sedie!!!
Durante il servizio l'amica che dirige la sala mette in perenne difficoltà la cuoca e viene addirittura redarguita da chef e caposala...ma imperterrita continua a far si che l'ansia dell'aspirante chef salga a livelli incompensurabili fino alle lacrime della povera futura Vissani ligure. The show must go on e quindi non ci si ferma, ma nemmeno i continui rimproveri dalla migliore amica cessano, probabilmente stiamo assistendo all'ennesima amicizia incrinata dalla tv, tra pochi giorni vedremo le due protagoniste ospiti dalla D'urso, che con sguardo materno e supporto fotografico e video, cerca di rinsaldare il rapporto.

Arriviamo alla coppia di amici poliglotta, il promesso chef nasce in Italia ma gira tutto il mondo e così ci propina questo menù eterogeneo unendo cucine russe, australiane, italiana, urlado il motto "chi ne ha più ne metta" con perfetto accento british.
"oh my god" il pesce non è pulito! con perfetto aplomb inglese si tenta di superare questa prima incovenienza, mentre l'amico in sala rassicurato dal poco rumore della cucina, tranquillo ed ignaro dei futuri accadomenti, annuncia "non sta facendo danni, siamo perfetti"....ma la meringa non è d'accordo e decide di iniziare a svolazzare con la carta forno nel forno ventilato, come fosse Aladin sul tappeto magico. Eh dear friend forse il forno non voleva ventilato data la leggerezza della meringa.....
Alla scoperta dell'impastatrice il cuoco saltella felicissmo della cucina super attrezzata (sarebbe una cucina professionale, perchè dovrebbe mancare l'impastatrice??) di cui può disporre, dopo aver annunciato mestamente, siamo in ritardo; ma tanto di cappello al british stile con cui vengono affrontate le difficoltà, come il sufflè che sarà un perfetto budino.
Miracolo!!!! il sufflè riesce alla perfezione, il pesce viene pulito, ma dev'essere stato uno scontro più cruento del previsto dato che l'inglese ne esce vittorioso e sorridente ma con una fasciatura sul dito piuttosto sospetta...
La vera perla di questa puntata è la sfida fra l'umorismo noir dei due cuochi e l'umorisco british del protagonista, un incontro di battute fenomenali all'altezza di Monty Python, e permette al servizio di concludersi coi tre chef, che amorevolmente gettano mestoli e pentole, certi della sconfitta assaggiano le quattro meringhe sopravvissute congratulandosi l'un l'altro di non avere mandate in sala.
Altro personaggio dalla eccezionale verve comica è l'amico che conduce la sala e si ritrova a dover comunicare ai commensali la mancanza del dessert raccontando tradizioni australiane costruite per l'occasione: in Australia la birra è molto gradita, al contrario del dessert che non viene mai servito".
Il pubblico ha fatto vincere il menu ligure con lacrime, ma i veri vincitori sono la coppia poliglotta che con savoir faire ed umorismo hanno brillato oltre ogni previsione, vorrei essere loro ospite, porto la pizza!



DoReCiak....ma fammi il piacere

Nemmeno l'influenza che mi ha ammorbato in questi giorni è riuscita a togliermi la vena critita ormai radicata nel dna. Dopo giorni in casa, sola, attacca alla tv, il cervello non mi permetteva di intraprendere attività più intellettuali, arriva il sabato, l'anima gemella è a casa e freme per quel "meraviglioso" programma che è Easydriver...... Per non perdere l'inizio di questo monilite delle televisione pubblica ci guardiamo sempre il tg del caro Minzolin, che alla fine riserva la strabiliante rubrica di Mollica "do re ciak gulp".
Per il servizio di oggi il Mollicone nazionale è andato niente-popò-di-meno-che a Holliwood, davanti al Chinese Theatre, siamo vicino agli Oscar e un servizio era dovuto, fin qui nulla da dire.
Ma perchè dopo aver volato sopra l'oceano atlantico e attraversato quasi tutta l'america, aver speso parte del canone rai, arriva nel tempio, nella terra santa del cinema, nel momento culminate della carriera di attori, registi, costumisti, scenografia, fino ad arrivare all'ultimo operaio di scena, quando in una sera di decide la gloria o l'ignominia di una persona; il suo servizio si riduce a riprendere tre mini tenore italiani che, davanti al teatro, felici come uova di paqua, cantano con un Elvis oversize (probabilmente fanatico di ciambelle e hamburgher) e un Michael Jackson ancora abbronzato (come direbbe il nostro presidente) esaltandone le doti canore, fa un intervista a Stefano Bollani chiedendo cosa pensa lui degli oscar (va bene essere un bravo musicista, ma cosa c'entra lui con gli oscar?????), e riserva un spazietto minuscolo alla rappresentanza italiana per questa edizione, Antonella Cannarozzi, nominata per Costune design (lei dovevi intervistare MOllica!!!!!). Per non pronunciarsi su come ha quasi omesso qualsiasi menzione sui due grandi favoriti: Colin Firth per The Kings'speech e Natalie Portman per Black swan.
Ridatemi Aldo Grasso!!!

ed ora siamo in 11....

Per la serie “non c’è mai fine al peggio” c’è stata una nuova sistemazione nel back office dove lavoro.

Prima eravamo pacificamente (si fa per dire) divisi in due uffici, e da gennaio nel mio ufficetto eravamo arrivati (dopo mesi difficile di coabitazione) ad essere l’esiguo e finalmente vivibile numero di 6 persone, in realtà saremmo dovuti essere in 7, ma a causa di un inizio gravidanza difficoltoso la settima persona mancava spesso.

Beh, per migliorare l’atmosfera lavorativa, si fa prepotentemente avanti una nuova disposizione che vieta la “promiscuità” fra i dipendenti della società per cui lavoriamo e quelli della società da cui siamo assunti (eh, si faccio parte di quella fetta del mercato del lavoro data in appalto ad altre società), in parole povere tutti coloro della ditta appaltatrice devo venire rinchiusi in uno spazio a loro dedicato.

La scelta, dovendo questo spazio essere affittato dalla ditta in questione, cade sul più piccolo fra i due uffici, ovvero il mio. Ora se fino al giorno prima riuscivamo a conviverci in 6 persone e quando arrivava la settima si iniziava già a sclerale, potete immaginare che trauma possa essere stato sapere che da quel momento in poi avremmo dovuto starci in 11 persone, e tutte DONNE!!!!!!! Praticamente 11 involucri di ormoni in preda a crisi ormonali e/o (in due casi) alla menopausa……come per gli animali selvatici basta un minimo movimento improvviso ed ecco che si chiuderanno le porte ed il massacro inizierà……..

se non sei on-line, non sei nessuno!

Facebook sta spedendo in pensione tutti gli altri metodi di comunicazione....
Solo poco tempo fa per organizzare una serata si inviava un sms a tutti gli amici e ci si sentiva troppo tecnologici. Oggi, nell'era FB, invece di spedire un sms, si utilizza la posta o la chat del social network e quindi siamo subbissati di notifiche del tipo "Tizio ti ha inviato una mail su Facebook"..."Caio ha risposto alla mail di Tizio"...e così via, che puntualmente cestino perchè se voglio sapere cosa mi scrivono su FB vado su FB (logico no??)
I pochi che ancora non si sono totalmente arresi a FB o quell'altra minoranza, che pure essendo iscritta non ci dedica il tempo nesecassario (tempo indefinito indicato dal popolo feissbookkiano), vengono esclusi da questi inviti o devono sperare che la voce passi e l'invito venga esteso anche ai non-feissbookkiani tramite gli "antiquati" mezzi di comunicazione come il cellulare. Nel caso che la notizia non superi i confini del social network, all'occasione in cui l'escuso farà notare che non era a conoscenza dell'evento (magari anche dispiacuito per non poter partecipare o averlo perso) ecco la classica risposta colpevolizzante "ma ti avevo inviato una mail su FB, perchè non le leggi???".
Nell'improbabile caso che in pochi trovino tempo per rispondere alla mail, l'evento semplicemente salta causa "mancato raggiungimento del numero minimo di risposte".
Per complicare le cose a chi non vuole essere sempre ON-LINE, il mercato è stato innondato dagli smart-phone, e se hai uno smart-phone devi anche avere un abbonamento che ti permetta di essere sempre collegato e ricevere al millesimo di secondo gli aggiornamenti di stato o mail ovunque tu ti trovi (...m'immagino la coppia durante la più intima situazione che riceve l'aggiornamento e interrompe per leggere la news...) un incubo!
Se resisti anche a questo come l'ultima foglia autummale ancora attaccata all'albero quando l'autunno volge all'inverno, ecco che l'amico di turno ti chiama e chiede sconvolto "perchè non sei mai on-line, devo dirti una cosa importantissima!!!!", se fai notare che già vivi col cellulare sempre in mano (mi sembra già troppo) e quindi basta o una telefonata o un sms, l'amico risponderà "ma io sono on line!!".
Oggi ,trattando l'argomento in ufficio, non ero la sola a lamentare amici votati al feissbookkismo estremo che ignoravano ogni altro metodo di comunicazione, ma mentre io rimango ferma sul mio rifiuto a dedicare anima e corpo a questa nuova religione, capitanata da un ricciolone ex-nerd che probabilmente se non ha meno anni di me, ha la mia stessa età, la collega decide di compiere l'estremo sacrificio: andare a comprare un cellulare di ultima generazione per poter essere sempre on-line...
Probabilmente diventerò un'eremita, ma a meno che ai gatti non spunti il pollice opponibile posso contare su di loro.



Perché Sanremo è Sanremo!

Puntuale come una rondine a primavera, riecco il Festival di Sanremo, capitanato quest’anno dall'eterno ragazzo nazionale Moranti. La sua squadra (targata Mediaset, della serie “noi della tv pubblica peschiamo dalla tv commerciale”) si avvale delle due bellezze (Belen e Canalis), che nell’ultimo anno hanno fatto a gara a suon di gossip, copertine di rotocalco e fidanzati; per andare contro-cultura (o tenere su gli ascolti) è schierata la collaudata coppia Luca&Paolo delle Iene; fra gli autori possiamo trovare il “cìovane” Federico Moccia, probabilmente esauriti i nomi assurdi di Niki, Babi, Pallina e annoiato dallo scrivere romanzi-fotocopia ha deciso di portare questa edizione a “tre metri sopra il cielo”.



La prima serata è un successo d’ascolti, che ha persino superato gli ascolti di Mamma Antonietta dello scorso anno, quasi 12 milioni. Luca&Paolo scherzano sulla coppia Berlusconi/Fini, scrivendo ed interpretando la perla di “Ti sputtanerò” e probabilmente attirandosi le ire dei direttori RAI, mentre Anna Oxa e la Tatangelo vengo rispedite gentilmente a casa loro o per usare un termine meglio conosciuto dalla seconda ELIMINATE.


La seconda serata, insieme ad un crollo d’ascolti (non si può essere sempre al top), si apre con il bacio fra Belen e Canalis, quasi uno scontro di canotti, Luca&Paolo si concentrano su Saviano e …… e si conclude con l’uscita di Albano e Patty Pravo.


La terza serata (oggi) è dedicata ai 150 anni dell’Italia, da mesi si fanno proposte su come festeggiarla, e negli ultimi giorni si è fatta sempre più certa la presenta del Toscanaccio nazionale Benigni, che allieterà la serata dedicata all’Italia e all’inno di Mameli. Malignamente si può pensare che il suo intervento sia studiato anche per incrementare gli ascolti…….


Sulle canzoni non posso dire nulla, devo ancora compiere il sacrificio di ascoltarle, o andare a ricercare i testi.


Vedremo cosa deciderà il televoto di quest’anno…


Buon Sanremo a tutti

Hell’s Kitchen????? Piuttosto “diamo una mano a poveri disperati”…

Un programma dal nome tanto infernale come minimo deve avere qualcosa di estremamente crudele o diabolico, e così sembrava quando iniziai a guardarlo un po’ di tempo fa…
Questo format prevede di trovare uno chef esclusivo fra 12 concorrenti, sotto la guida ed il giudizio di Gordon Ramsey, famoso chef inglese dall’eccelso giudizio e cattivo carattere.


Già per un’italiana uno chef inglese, anche di elevata bravura, è un po’ un contro senso (avete mai avuto il privilegio/sfortuna di dover mangiare in terra britannica?), ma poi se al giudizio di questo esperto sottoponiamo sedicenti cuochi americani possiamo raggiungere l’apice dell’assurdo.


Un inglese che insegna ad un americano a fare il risotto? O la pasta col sugo?


Ma tralasciando questo aspetto, arriviamo al nocciolo.


Dalle prime volte che ho iniziato a guardare questo programma, ciò che mi attraeva era appunto la perfidia con cui chef Ramsey bastonava a parole chi non aveva cucinavano all’altezza di Hell’s Kitchen e potevi stare sicuro che a fine episodio al malcapitato veniva imposto di togliersi la giacca da chef e di andarsene mentre la sua foto bruciava.


Invece negli ultimi episodi la cuoca che ha messo nei casini la cucina del ristorante, mettendo in difficoltà i suoi colleghi e continuando a sfornare e cucinare piatti che lo chef rimandava indietro (per non dire nella spazzatura) si è sempre miracolosamente salvata.


Che Ramsey si sia rabbonito?

Pausa pranzo in ufficio

Spesso mi porto il pranzo da casa per evitare “l’impuzzolamento” della mensa qua vicino. Un’ora per il pranzo è lunga da passare se non devi partecipare a “mensa senza forntiere”, ameno gioco a cui molti si sottopongono testardamente ogni giorno milioni di lavoratori: corri a timbrare l’uscita, corri in mensa prima degli altri, memorizza mentre passi velocemente il menù ed approfitta del tempo in fila per sbirciare i piatti altrui cercando qualcosa di tuo gusto, ordina, corri a pagare, corri per il tavolo, mangia veloce, corri al caffè e poi corri a timbrare in orario……un’orda barbarica che in un’ora invade e distrugge qualunque cosa sul suo cammino verso il cibo.



Bhè, la pausa pranzo, in un ufficio vuoto, comodamente seduta davanti al pc, si fa nettamente più rilassante, in più sfrutti il tempo per utilizzare internet o informarti su cosa accade nel mondo.


Oggi, ad esempio, il sito del Corriere riporta, oltre ai gossip delle festa ad Arcore e all’interminabile soap opera del federalismo e notizie di cronaca, due notizie che vorrei sottolineare per la loro rilevanza.


La prima grandiosa notizia è che la TIM ha finalmente mandato in pensionamento Belen, che ormai rischiava d’invecchiare sul set pubblicitario, scegliendo un’altra modella, che certamente non ci ha (ancora e forse mai lo farà) spaccato gli zebedei come la futura valletta sanremese è riuscita a fare. Da quando rotocalchi, giornali, gossip hanno è iniziato a parlare della modella argentina non si sono più fermati. Ormai chiunque conosce ogni sfumatura della love story Belen-Corona, i piccoli drammi della vita argentina del giovane (tra cui in banale furto in casa) sono stati riportati come fatti di cronaca nera della portata di un cataclisma (insomma ciccia, ti sei trasferita, hai un lavoro, hai il permesso di soggiorno, hai fama, non lamentiamoci, eh??), le sue vacanze in località lussuose con sorella e/o fidanzato avevano la stessa rilevanza della visita del presidente cinese alla Casa Bianca. Ma alla fine la caduta di vendite della TIM, di cui si era sentita voce alla fine del 2010, ha riportato giustizia.


Ma arriviamo all’altra notizia, che definirei la Buona Novella.


L’articolo riporta le gesta di un camionista della bassa Normadia che, baciato dalla fortuna, sbanca il lotto (premio di 10 milioni). Invece di cambiare vita e dopo 30 anni passati alla guida di un camion mancare in vacca tutto, godersi la bella vita, come farebbe ogni uomo, scegliendo una isola del pacifico come casa e passando gli anni della pensione steso sulla sabbia. NO!, lui sceglie di acquistare la società per cui lavora, salvandola così dal fallimento, evitando la disoccupazione ai suoi colleghi e riassumendo persino l’ex-capo. Non solo, quando qualche collega camionista manca all’appello il nostro benefattore salta sul camion ed affronta il viaggio in programma solo perché gli piace guidare.


Solo un francese può avere una generosità tale.


Un italiano al suo posto avrebbe probabilmente: comprato un’isola nel mar dei caraibi, divorziato dalla mogie e scelto una giovane concubina ventenne, preso per i fondelli l’ex-capo in fila all’ufficio di disoccupazione, sgasato con la sua Lamborghini nuova di pacca davanti ai colleghi che entravano al lavoro, e partito per l’isola sul nuovo yacht con elicottero annesso, per poi tornare pochi anni dopo in patria povero in canna.

tv-digitale dipendente....

Per anni ho resistito a qualsiasi forma di pay tv, da tele+, a stream, fino ad arrivare a sky, ma non avevo fatto i conti con la tv digitale…

Anni e anni di orgogliosa resistenza, in cui mi godevo il programmi (anche piuttosto datati) della cara tv in chiaro, rifiutando stoicamente le offerte illimitate di cinema, telefilm e ogni quant’altro bendiddio poteva dedicare la pay tv ad una tele-dipendete come me (sono cresciuta allevata da MammaTv).

L’unico pregio e motivo era che ad un certo punto dello zapping non trovavi più nulla di tuo gradimento e quindi ti riversavi su altri passatempi, quali leggere, uscire, ogni genere di hobby a cui uno possa pensare pur di non studiare e evitando al contempo il totale risucchio del mio cervello da parte del tubo catodico.

Ed ecco che a fine 2010 l’emilia entra nella meravigliosa esaltante ed avveniristica era della tv digitale!

Ero talmente contro questo passaggio al digitale che ho rivitalizzato la tv primi anni ’70 del moroso, alla quale mancava la presa scart e che con lo switch-off si sarebbe spenta definitivamente. Dopo uno studio ingegneristico portato avanti insieme al moroso e un’amica, fortificati da birre medie, con la gentile concessione dell’amica stessa di un videoregistratore anni ’90, usato come bypass, siamo riusciti a far arrivare il segnale digitale alla nostra tv ormai d’epoca.

Mentre mi ero potuta preparare ad evitare il pensionamento della tv, sono arrivata del tutto ignorante ed impreparata all’invasione di canali che il digitale offre e quanto ciò può creare dipendenza, ed è qui che si consuma la tragedia…. Ormai dopo un assaggio dei canali cielo e real-time la mia vita non è più la stessa, inondata da mille programmi su cucina, ricette, ricevere ospiti, come vestirsi, come sposarsi, come chiedere all’altra metà di sposarti nel modo più assurdo che un umano posso congegnare….

Entro in cucina e nella mente mi vedo Chef Ramsey che urla “una Wellington, due pettini di mare, un risotto! Subito!!!!”; apparecchio la tavola per me e compagno e mi metto a sindacalizzare sulla tovaglia, onorevolmente sopravvissuta a nonna e madre, che fa a pugni coi tovaglioli di carta coop; metto in tavola la cena e il compagno assume le forme di Alessandro Borghese che si piega sul piatto per annusare ed assaggiare; mi vesto per uscire ed ecco comparire allo specchio Enzo che nota schifato l’assenza di tacco e di fard; rimugino per ore sull’amletico dubbio del “uso di cattivo gusto del termine piacere” quando ti viene presentata una persona, quindi cosa dovrei dire? Va al diavolo?... Barbara di “paint yuor life” mi ha già convinto a decorare una parte in cucina con lo stencil, e ultimamente guardo con occhio critico una vecchia scrivania.

Per fortuna non mi devo sposare, altrimenti progetterei tutta la fatidica giornata ispirandomi alle idee di Angelo ed Enzo, cercando un idilliaco castello sulle rive di un lago o a strapiombo su una roccia, ideando un bouquet con fiori esotici e sconosciuti, pianificando il volo di un bimotore che fa piovere petali di fiori sopra il ricevimento, facendo creare al Boss delle torte la wedding cake più assurda che si possa pensare e installandola nel mezzo del parco del castello con la caccia al tesoro muniti di candele.