job time

Il destino ha voluto che non fossi l’erede di chissà quale dinastia moderna, come gli Agnelli, gli Hilton o simili, quindi per guadagnarmi da vivere mi tocca lavorare. Fin qua tutto normale, il problema nasce dalle colleghe che il destino malignamente mi ha affiancato, probabilmente nella vita precedente ho fatto qualcosa di indicibile. Per otto lunghissime ore al giorno sono sottoposta all’umore variabile di 9 donne che con me condividono un misero spazio vitale.

Oggi mentre tutto il mondo è preso dagli eventi internazionali, come il terremoto e pericolo nucleare in Giappone o la rivolta in Libia, e qualche italiano dagli sviluppi della serata di ieri del grande fratello, nel nostro piccolo ufficetto regnano ben altre tragedie.

Miss padania-dal-veneto, trasferita (sembra) in pianta stabile nell’emilia, è irrequieta, alterna vari stati d’animo dall’isterico, all’allegro, all’infuriato apparentemente senza motivo per chi non è all’interno della sua loggia massonica, in attesa di una risposta rivelatrice ad un sms della sera prima e in continuo contatto telefonico con non meglio precisate persone. Le prime parole di ogni telefonata sono “continua a respirare…” sta tenendo in vita qualcuno???? “si sono io” e chi sennò? hai gente che chiama a random chiedendo chi risponde? A volte uscendo con cellulare incollato all’orecchio sparisce per decine di minuti, le cose sono due o lavori per una linea erotica a pagamento o stai trattando la resa del Rais. Nei momenti in cui riesce a stare seduta davanti al pc, dove dovrebbe lavorare, si arma di cuffie e mp3 per isolarsi dal mondo e rendere ancora più ufficiale la sua tragedia occulta, continuando a parlare con le compagne di banco e sottolineando che indossa le “cuffiette”.
In tutto questo si pretende che una persona normale lavori e sia produttiva…il quesito è come?
Sono certa che se installassi webcam e mandassi in internet i video di ciò che succede qui avrei un successo clamoroso.

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