PUOI SPEZZARE LA NOSTRA TERRA, MA MAI IL NOSTRO CORAGGIO



Non riesco più a scherzare, a ironizzare sugli eventi, a sdrammatizzare per sciogliere l'ansia e la paura.


Mi rifiuto di guardare le immagini in tv, di ascoltare i dibattiti in onda, o gli esperti che da giorni ripetono la stessa nenia: non possiamo prevederli, non sappiamo quando finirà... ed è vero.


mi rifiuto di sentire persone che parlano della mia terra ferita, abbattuta come se fosse una cosa distante, lontano, inavvicinabile.


Abito a una ventina di chilometri dagli epicentri, lontano e troppo vicino.


Crevalcore confina con il mio paese, è a pochissimi chilometri, posso andarci in bici senza fatica. Il bar dove andavamo spesso, dove conosciamo i proprietari, dove ci sentiamo come a casa nostra, è in centro, in quella che ieri e forse anche oggi è la zona rossa,
evacuata e transennata per la paura dei crolli. Un pezzo della vita con gli amici, i momenti di risate e divertimento transennati da un nastro. I ricordi vanno alle mille serate passate lì dentro, sotto i portici fino a notte fonda, compleanni, feste, mascherate. Un
carnevale ci siamo presentati vestiti da famiglia addams, abbiamo sfilato, brindando e ridendo per tutti i bar dei portici, lanciato lo sventurato amico vestito da Pubert su un carrello in mezzo ai quei portici e strade oggi chiuse, deserte.


non era bastata la scossa di sabato notte a mettere in ginocchio l'emilia, siamo andati avanti, ci siamo rialzati, fatti forza a vicenda e fatto vedere che gli emiliani sono forti.


Proprio mentre riacquistavamo fiducia e sicurezza, un altro terremoto ha distrutto la terra, altre vite, altre chiese, altri luoghi e gli animi già lesionati dalla prima scossa.


Ma questo di giorno...al mattino...


È stato orribile, ho visto colleghe correre nei corridoi in preda al panico, maschere di lacrime e terrore, urla, rumore mentre un solo pensiero attraversava la mia mente -qua crolla tutto- ed è sembrato davvero così, il pavimento ondeggiava come un mare in tempesta, le pareti dondolavano minacciose, la scossa non finiva.


E non finiscono......


Ma siamo e possiamo essere ancora più forti, ci stringiamo vicini, ci aiutiamo a vicenda, pronti a offrire aiuto agli amici che diventano parte della tua famiglia e anche solo un sms, un saluto e un "stiamo bene" fanno sorridere.


Nel mio paese tende, camper sbucano come funghi, in prati e parcheggi insieme a chi dorme in auto, anche solo offrire un posto all'aperto distante da edifici per la tenda o l'auto diventa un aiuto inaspettato, gradito.


Ci organizziamo da soli, ci assistiamo a vicenda, fra chi offre un salame o chi una bottiglia di vino, per farsi compagnia, per distrarsi, piccoli accampamenti che sembrano sagre di paese.


Anche se mi vengono gli occhi lucidi ogni volta che apro il giornale, o nelle fugaci occhiate alla tv e vi trovo le tristi immagini in una terra verde e rigogliosa ora distrutta e in ginocchio, per quanto mi sembra orribile e spaventoso tutto ciò, per ogni sirena passa e elicottero che sorvola la mia testa, so che troveremo la forza di risollevareci nuovamente.


Più forti!


un grazie e un abbraccio a tutti coloro che ci aiutano in questo momento e agli amici che sono presenti più che mai.

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